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mercoledì 25 marzo 2009

uno studio sull'educazione fisica

GLI ERRORI FINO A OGGI COMMESSI NEL CAMPO
DELL’EDUCAZIONE FISICA E COME PORVI RIMEDIO
Uno studio sull’educazione fisica
Mao Tse-tung - OPERE
È importante combinare i tre tipi di educazione; eppure sino a oggi gli studenti sono impegnati esclusivamente nell’educazione intellettuale e morale, a tutto scapito dell’educazione fisica. Conseguenza nefasta è che essi curvano la schiena, piegano la testa, “hanno mani bianche e affusolate”, scalano una montagna e si mozza loro il fiato, guadano un fiume e hanno crampi alle gambe. Per questo Yan Tzu ebbe vita breve e Chia Yi morì prematuramente. Quanto a Wang Po e Liu Chao-lin, uno è morto giovane e l’altro finì paralitico7. Tutti furono uomini di grande virtù e dalle molte conoscenze: ma se il corpo perisce, spariscono anche le virtù e le conoscenze che nel corpo albergavano. “Soltanto gli uomini del nord hanno la forza d’animo di riposare con le armi in pugno e di dare la vita senza rimpianto”8. A Yen e a Chao innumerevoli furono i martiri e gli eroi, Liang Chow fu patria di guerrieri e predoni. All’inizio della dinastia Ching uomini come Yen Hsi-chai e Li Kang-chu praticavano le armi e le lettere. Yen Hsi-chai percorse più di mille li per imparare la scherma a nord della Grande Muraglia: combattè e vinse valorosi soldati. Per questo egli disse: “È giusta la Via senza conoscenza dell’arte letteraria e dell’arte militare?”. Ku Yan-wu, benché fosse originario del sud, preferiva abitare nel nord del paese: detestava viaggiare in battello e compiva ogni viaggio a cavallo. Oggi possiamo prendere a modello questi uomini dell’antichità.
Dopo l’apertura delle scuole che si ispirano a metodi di insegnamento stranieri, i costumi si sono gradualmente modificati. Tuttavia i direttori di corsi appartengono troppo spesso alla schiera di coloro che non desiderano abbandonare le vecchie abitudini. Essendo prigionieri delle loro abitudini non possono logicamente cambiare di punto in bianco. Se poi qualcuno di loro è relativamente disposto al nuovo, si interessa soltanto dell’aspetto esteriore delle cose senza penetrare in profondità ma tenendo in gran conto i particolari più minuti. Per questo, secondo il mio modesto parere, oggi l’educazione fisica è intesa in modo formale e se ne trascura la sostanza. Non mancano, è vero, corsi e insegnanti di ginnastica, ma pochi ne traggono beneficio. Questo stato di cose non porta alcuna utilità ma si risolve addirittura in danno. Gli insegnanti danno ordini che gli studenti si sforzano di eseguire: i loro corpi obbediscono ma non i loro cuori che rimangono ostili all’esercizio. I loro spiriti soffrono smisuratamente, e quando lo spirito soffre, soffre anche il corpo. Accade così che alla fine della lezione di ginnastica tutti hanno l’aria stanca e avvilita.
Quando ci si nutre, se si trascurano le regole dell’igiene, materie organiche e microbi penetrano nel corpo e causano malattie. Nelle aule la luce è scarsa, cosa che nuoce molto agli occhi. Tavoli e seggiole hanno dimensioni non adatte ai corpi e bisognerebbe quindi fare come chi taglia il piede per adattarlo alla scarpa.
Il corpo allora subisce un danno. Esempi di questo genere ve ne sono tanti da non poterli nemmeno enumerare. Per questo, secondo noi studenti, l’apertura di una scuola e l’insegnamento dei professori sono soltanto l’aspetto esteriore e oggettivo, ma c’è anche un aspetto interiore e soggettivo. Se la decisione è presa interiormente tutte le parti del corpo ubbidiscono al comando: fortuna e sfortuna non dipendono che da noi. “Se voglio essere virtuoso otterrò la virtù”9. E questo non è forse più vero per quanto riguarda l’educazione fisica? Quando manca la volontà di agire, anche se si pensa che l’esteriore, l’obiettivo, è buono e valido, non si ottiene alcun vantaggio. Questo è il motivo per cui, quando si parla di educazione fisica, bisogna cominciare dall’iniziativa individuale.

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